In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Commento al Vangelo
Quando il nostro amore non risplende come segno, siamo canne al vento; quando la nostre relazioni sono carenti o difficili perché troppo ferme su noi stessi, siamo canne al vento; quando i nostri interessi sono rivolti soprattutto a “morbide vesti” e ai “palazzi dei re”, siamo canne al vento e non profeti credibili, cioè angeli capaci di accompagnare noi e altri verso una vita di luce. Ma tu Signore ti sei piegato sulle nostre miserie, sei il Dio dei malati, tu accogli e non giudichi, guarisci e non condanni e il tuo amore non pesa le nostre azioni. È consolazione per noi, è speranza. Spesso non vediamo la tua presenza o abbiamo il timore di un tuo ritardo e allora domandiamo: sei tu o dobbiamo aspettare altri? E il dubbio è già ricerca, il dubbio è speranza e nasconde il desiderio di incontro e di una vita di senso che solo tu puoi dare. Manifesta su di noi, Signore, la tua potenza, manifesta la tua misericordia capace di farci vedere altri orizzonti, non più zoppi, non più ciechi, perché troppo spesso viviamo alla giornata, viviamo l’ora presente senza progetti che ci facciano volare alti. E la consolazione si tramuterà in gioia.
A cura dell’Ufficio catechistico diocesano





