In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Commento al Vangelo
C’è gente che ha fame e la zona è deserta. Nel costante deserto in cui vive il mondo, c’è gente che ha fame ed è soprattutto fame di Dio, sapere di Dio, di quanto Dio ama l’uomo, di quanto si china sui suoi problemi. Nel vangelo siamo sul far della sera, più o meno come nell’ora del cenacolo, o l’ora in cui i discepoli di Emmaus riconoscono il risorto allo spezzar del pane, e nell’usanza comune è come l’ora in cui le famiglie consumano il pasto insieme, la cena, momento di comunione e di confronto, in cui ci si racconta la giornata trascorsa. Gesù fa accomodare, come se fossero a tavola, tutti invitati alla mensa del Signore. “Date voi da mangiare”. È poca cosa quello che abbiamo, anzi è poca cosa ciò che siamo, ma il Signore sa valorizzare il nostro poco perché è la sua potenza a fare la differenza. Ancora una volta non è solo la fame fisica dell’uomo ad interessare Gesù: alza gli occhi al cielo, benedice, spezza e distribuisce. Come nel cenacolo, come ad Emmaus, un rituale eucaristico. La distribuzione avviene tramite i discepoli, tramite la Chiesa: è il poco che siamo, unito al Cristo spezzato. Così rifiorisce il deserto, rifiorisce il senso di vita, perché la fame di Dio insita nell’uomo viene saziata. Ci sono 12 ceste di pane avanzato, conservato e custodito: Dio continua a provvedere. Pensa ai malati, agli assenti, a quelli che possiamo raggiungere noi, nel suo nome. Ciò che è avvenuto nel vangelo di oggi è ciò che avviene sempre, ogni domenica, ogni qual volta che la Chiesa celebra l’Eucaristia. E Dio si fa cibo per noi, sazia la nostra fame di infinito.
A cura dell’Ufficio catechistico diocesano