Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo.
Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.»
Commento al Vangelo
Beato chi è povero, chi ha fame, chi piange. Non può essere che Gesù sia così cinico. Poteva dire: pazienza, questa è la vita! Proprio “beati”, no, non è possibile. Non è possibile che dopo aver scelto i dodici per una esperienza di intimità e di comunione profonda, dica loro: che gioia quando vi insultano e vi fanno del male! Dio ama e vuole la nostra felicità. Allora quale è il senso di questa pagina di vangelo? Beati i poveri se pongono in Dio la loro ricchezza, beato chi ha fame se trova sazietà in Dio, beati coloro che piangono se si affidano a Dio e pongono in lui la loro gioia. Inoltre Luca in queste quattro beatitudine e nel loro esatto contrario (Luca più di altri racconta la misericordia di Dio) dice: poveri, affamati, tribolati e perseguitati perché amici di Gesù, non abbiate paura, guardate in alto, Dio è con voi, Dio non abbandona chi soffre, Dio è fedele. I nostri problemi, le nostre difficoltà sono nelle mani di Dio.
Chi pensa ad accumulare, chi è attaccato alle proprie sicurezze, chi vive egoisticamente pensando solo alla propria realtà, chi pensa a correre dietro al potere su cose e persone, in pratica, chi punta tutto su questa vita, non ha garanzie di eredità eterna: ha già ricevuto la propria ricompensa.
È beato invece chi è povero, chi ha fame, chi piange, chi è odiato o perseguitato, perché hanno cuori svuotati che Dio può colmare, perché sanno dare il giusto prezzo all’amore che ricevono in dono. È Dio che dà vere ricchezze e non il mondo, è Dio che sazia di gioia e non l’effimero edonismo del mondo, è Dio che consola e non le false promesse del mondo, è Dio che ama profondamente e sostiene il discepolo, anche nel suo andare contro corrente.
Allora ben venga che Gesù oggi ci dica questa parola come consolazione e come progetto di vita. Le beatitudini sono un programma, uno stile nuovo, lontano dallo stile del mondo, ma sono anche annuncio di consolazione e di gioia perché Dio è con noi. Un sogno? No, è realtà.
A cura dell’Ufficio catechistico diocesano