9 febbraio “Sarai pescatore di uomini” – V domenica del T. O. anno C Lc 5, 1-11

In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret
e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.
Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto;
così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Commento al Vangelo

“Prendi il largo”. Non ti conosco e mi chiedi cose insolite, ma mi fido e mi avventuro verso mete che non so. “Getta le reti”. Ma è tutta una vita che getto reti, che cerco risultati. Le mie notti sono infruttuose. Sono pensieri di Simon Pietro o anche di tutti noi? Gesù parla alle folle intere, ma poi cerca un rapporto personale e profondo con ognuno di noi. Sì, getterò le reti, sulla tua Parola. In fondo, in fondo mi fido, anche se non conosco tutto di te. Sei con me, nella stessa mia barca, nella mia casa, nel mio lavoro, nelle mie preoccupazioni giornaliere. “Getta le reti, sarai pescatore di altre realtà”. Queste nuove realtà che scaturiscono da te le assaporo, le respiro, ne sono colmo, ne sono preso. “Allontanati da me perché sono peccatore”. Non sono degno infatti che tu ti stia interessando a me, alla mia vita, alle mie piccolezze. Non sono degno, né sono capace per una chiamata a seguirti, a lasciare tutto. Che significa poi lasciare tutto? Le cose, gli affetti, i sogni? Oppure vivere tutto ciò che ho e che sono, sapendoti con me, ovvero sapendomi con te? Mi farai pescatore di altre realtà. In te già le assaporo, le respiro, ne sono preso, ne sono colmo di gioia. Ma in te e solo in te. Pensieri e vissuto di San Pietro sì, ma anche di ognuno di noi.

A cura dell’Ufficio catechistico diocesano