20 ottobre “Cosa volete che io faccia per voi?” – XXIX domenica del T. O. anno B. Mc 10, 35-45

In quel tempo, si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Commento al Vangelo
Partiamo dalla reazione degli altri apostoli. Si arrabbiano contro Giacomo e Giovanni, ma in fin dei conti avevano chiesto realtà umanissime e condivisibili, avevano chiesto grandezza, importanza, gloria. Di fatto avevano chiesto la felicità secondo le logiche del mondo e in queste logiche ci sono anche gli altri apostoli, come del resto ci siamo anche noi. Non sapete cosa chiedete. È vero, è difficile per l’uomo capire che la vera felicità non è nell’importanza, nella grandezza, nel contare più degli altri. Inoltre Giacomo e Giovanni non chiedevano la luna, chiedevano di stare a destra e a sinistra di Gesù, in pratica di partecipare alla sua gloria. È un bel desiderio, una bella aspirazione. Ma manca qualcosa ai due, come anche agli altri e come anche a noi. Partecipare alla gloria di Gesù significa bere il suo calice ed essere nel suo battesimo: una strada totalmente diversa da come siamo abituati a pensare. La strada di Gesù è servire l’uomo, la sua felicità è rendere felice l’uomo, è venuto per questo. Il suo è un amore impossibile, un amore viscerale, un amore che l’ha portato fino alla croce. Fra voi non è così. E Gesù non dice “dovrà essere” al futuro, ma “è”, un presente già in atto. Servizio e dare la vita è la nuova logica della vera gioia e della vera gloria. Un piccolo esempio tutto umano e naturale? L’amore viscerale materno che trova la sua gioia nel servire i propri figli e si compiace nel vederli sereni e felici. Ma anche due sposi che vivono l’uno per l’altro. E Gesù è lo Sposo che vive per noi, venuto per servire e che vuole che la nostra gioia sia piena. Allora quale è il posto a cui possiamo ambire? Stare nel suo abbraccio per goderci il suo calice e il suo battesimo, per goderci il suo amore e fare altrettanto.

A cura dell’Ufficio catechistico diocesano