11 agosto – Pane di vita XIX domenica del T. O. anno B Gv 6, 41-51

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Commento al Vangelo
“Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre”. La fede è un dono. Credere in Gesù, capirlo fino in fondo, non era poi così semplice. C’era infatti chi cercava di ucciderlo, chi lo seguiva per amicizia e per fascino, chi lo seguiva per i segni che operava, o per semplice curiosità. E come ieri, è il nostro oggi. La fede è un dono del Padre, è un atto di fiducia, di affidamento totale a ciò che il Padre suggerisce. È questione di cuore, per questo poi è possibile seguire Cristo, andare a Lui, non solo quando nasce e lo vediamo poeticamente bambino, o solo quando per tre anni cammina le nostre strade incontrando ogni uomo. Il Cristo suggerito dal Padre è il Cristo totale, quello bambino, quello adulto, ma anche quello della croce e della risurrezione. Il Cristo totale poi lo troviamo nel Pane disceso dal cielo, che si fa nostro nutrimento. “Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”. No come I padri nel deserto. Quanta fame il popolo ebraico stava soffrendo nel deserto! La manna è stata una salvezza. Dagli stenti del deserto c’è stato un cibo che ha permesso la sopravvivenza. Ma il pane/Gesù è di più. Tra le ferite della vita, nelle difficoltà, nel nostro deserto, c’è un Cibo che non è solo di sopravvivenza, ma è di vita piena ed eterna. Non tutti cerchiamo questo Cibo e non tutti allo stesso modo. Spesso sono altri i cibi che alimentano la nostra vita e questo è perché non ci affidiamo a cosa ci dice il Padre, alla Parola di Dio. Oggi Gesù ci ribadisce che il vero pane è Lui. Mangiare di questo Pane, masticarlo, interiorizzarlo è arrivare alla simbiosi con Lui, con il Cristo totale, è sentirlo dentro la nostra vita e viverlo. Preghiamo il Padre che aumenti la nostra fede per essere capaci di andare a Gesù. Pace e bene.

A cura dell’Ufficio catechistico diocesano