16 novembre “La vostra perseveranza” – XXXIII domenica del T. O. anno C Lc 21,5-19

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Commento al Vangelo
Gesù sta per affrontare gli ultimi eventi della sua vita terrena e con amore cerca di avvisare i suoi amici apostoli e tutti noi che veniamo dopo: state attenti, non lasciatevi ingannare. Gesù sa che la vita di tutti i giorni ci distrae dalle realtà essenziali e dal senso stesso della vita. Ci attacchiamo alle cose di questo mondo a ciò che ci soddisfa su questa terra. Ma di tutto ciò che fa parte di questa storia non rimarrà che pietra su pietra. I grandi regni della terra, gli imperi, le potenze e le bellezze stesse che l’uomo ha creato, hanno una fine. Qual è allora il fine, il senso? Attaccarsi a ciò che non passa, a ciò che è eterno. Su altro brano di vangelo (non di oggi) , Gesù dice: il cielo e la terra passeranno, le mie parole non passeranno. Ecco allora il senso del non lasciarsi ingannare dai poteri forti di questo mondo, o da tutto ciò che rappresenta l’avere e non l’essere, o dai falsi profeti di questo mondo che promettono gioie che finiscono. Cosa rimane invece? Rimane Dio e il suo amore per l’uomo, pensato eterno e del suo stesso soffio vitale. Ecco perché occorre avere uno sguardo attento al Signore e all’uomo, soprattutto all’uomo che è nel bisogno, l’uomo nostro prossimo e fratello.

A cura dell’Ufficio catechistico diocesano