In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Commento al Vangelo
Ascoltano, le conosco, mi seguono. In questi tre verbi c’è la dinamicità dell’amore di Dio per mezzo di Gesù. È un rapporto intimo tra noi e Gesù, un rapporto di conoscenza profonda, simile a quella che c’è tra gli sposi. Ci conosce ad uno ad uno, ci chiama per nome come quando ha chiamato Maria di Magdala fuori del sepolcro. Siamo agnelli amati sulle sue mani accostati al suo petto, al suo cuore e non c’è niente che ci possa staccare da Lui. “Nessuno le strapperà dalla mia mano”. Strappare. Contro la forza del male c’è tutta la forza di Dio nel tenerci a sé, una forza infinitamente più grande dei nostri limiti, dei nostri peccati, delle nostre grandi, oppure piccole, storie. Non ci sono lupi capaci di strapparci dalle mani di Dio e dalle mani di Gesù. Il Padre e Gesù sono una cosa sola, lo stesso amore, la stessa attenzione, la stessa cura. Tutto questo amore non lo meritiamo, è tutta grazia che ci piove dall’alto e come pecore docili non possiamo fare altro che ascoltare la sua voce e seguirla. Sarà felicità eterna.
A cura dell’Ufficio catechistico diocesano