In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
BREVE COMMENTO
La liturgia apre la Quaresima con Gesù che, lasciandosi alle spalle il fiume Giordano, viene accompagnato dallo Spirito nel deserto e qui resta per quaranta giorni (tempo compiuto, decisivo) senza cibo. Il testo ci dice che, alla fine, ha fame; proprio in questo momento di fragilità, il suo avversario lo sfida ad utilizzare il suo statuto di Figlio di Dio per aggirare i limiti della condizione umana che ha abbracciato. Carlo Acutis chioserebbe così le risposte di Gesù: non si vive di solo pane, le nostre fragilità non esauriscono ciò che siamo: «la nostra meta deve essere l’infinito». Ci si inchina solo di fronte a Dio: «trova Dio e troverai il senso della tua vita». La fede non mette alla prova Dio; vive di ascolto e attraversa la fragilità, che è preziosa se anche Gesù l’ha richiesta per sé: «se Dio possiede il nostro cuore noi possiederemo l’Infinito». Apriamo allora la porta di quaresima partendo dal Santuario della Madonna delle Grazie di Rasiglia, luogo in cui molte fragilità sono state esposte, con la mediazione di Maria, allo sguardo di Dio. Apriamo questa porta e rallentiamo il passo per ascoltare innanzitutto gli anziani le cui fragilità sono la vera speranza della futura generazione che non dovrà contare sulla forza dei potenti ma sulla grandezza dei piccoli.
A cura dell’Ufficio catechistico diocesano