1 dicembre – I Domenica di Avvento anno C Lc 21, 25-28.34-3

Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Commento al Vangelo
Gesù parla della fine? Più che altro parla di nuovi orizzonti. Apriamo un nuovo anno liturgico. Se ne apriamo uno, vuol dire che ne abbiamo chiuso un altro. È un voltare pagina, come si può e si dovrebbe fare di fronte agli sconvolgimenti e alle immagini apocalittiche evocate da Gesù. Sconvolgimenti che possono mettere paura ed ansia, ma non ci schiacciano. Secondo Gesù sono altri gli sconvolgimenti che che dovrebbero metterci in ansia, sono “dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita”. Questo stile di vita appesantisce e addormenta. E quali sono i nuovi orizzonti in Gesù? “Alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. Alzare la testa, guardare in alto, verso il cielo. Guardare in alto come può aver guardato in alto la samaritana dopo il suo incontro con l’acqua viva al pozzo di Giacobbe, o come l’adultera perdonata che ha visto rimettere a terra una dopo l’altra quelle pietre destinate a condannarla a morte, o come il figliol prodigo, o come l’unico lebbroso dei dieci guariti che è tornato per ringraziare e per godersi a piene mani la salvezza donatagli. Chi ha ricevuto grazia difficilmente si fa travolgere dagli eventi della vita. Ma siamo uomini, deboli nello spirito. Ecco perché Gesù ci invita a nuovi orizzonti, a sollevare il capo “pregando” e cercando di “comparire davanti al Figlio dell’uomo”, di stare cioè in Cristo. E stando in lui vedremo la sua potenza e la sua gloria anche in noi.

A cura dell’Ufficio catechistico diocesano