Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l’hanno detto sul mio conto?». Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Commento al Vangelo
Un dialogo tra Gesù e Pilato. Più che un dialogo sembra un gioco a rimbalzo: la Parola contro un muro di gomma. Chi sei Gesù? Sei re? A Pilato non interessa interrogarsi, gli interessa interrogare per assicurarsi di non avere fastidi: ecco perché è come un muro di gomma dove le risposte di Gesù rimbalzano senza entrare nel cuore. È un dialogo tra Gesù e l’indifferenza, tra Gesù e il mondo, tra la luce e le tenebre. E l’indifferenza, il mondo, le tenebre sono muro di gomma. È chiudere volontariamente gli occhi e il cuore alla verità, un non farsi domande. Gesù è re. Non è un re che comanda, è un re che serve, che ama, che vuole la nostra gioia e che questa gioia sia piena, totale. Gesù il re della mia vita, la verità della mia vita, la luce della mia vita. Non vuol dire che nella mia vita non ci siano più difficoltà anche serie, sconfitte, ferite. Non vuol dire che non ci siano croci. E quale è il trono di Gesù? La croce. Per dare senso alle nostre croci. Il rifiuto. Per dare luce ai poveri, rifiuti della società. La sconfitta. Per dire la verità alle sconfitte della vita. Il Cristo che sembra soccombere è il re vittorioso che apre alla speranza. Riprendiamo quindi il dialogo con Gesù il re, lasciamoci interrogare dalla sua figura e la verità entrerà nella nostra vita, una verità che spazza via i falsi idoli di cui ci siamo riempiti.
A cura dell’Ufficio catechistico diocesano