Domenica 23 giugno: anno B (Mc 4, 35-41)

In quel tempo, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Commento al Vangelo
Tempesta, grande vento, onde che si abbattono sulla barca. Ci sono, possono succedere. E Gesù dorme. Subentra la paura, la sfiducia, l’idea di soccombere, di non farcela più, di non riuscire. La casa, il matrimonio, le realtà che viviamo, la Chiesa stessa. Venti di crisi, realtà che non funzionano, una vita scontenta. E Gesù dorme, sembra lontano o assente. Ma… la crisi: un processo; la paura: un prendere coscienza della propria inadeguatezza; l’inadeguatezza: la ricerca di un superamento. Reazioni spontanee: ‘Signore, dormi? C’è vento, c’è tempesta, le onde sono alte più della barca, più di noi stessi’. Ben vengano se ci aiutano a capire che abbiamo bisogno di te, se ci spingono a gridare “aiutaci”. È il mondo che ci sovrasta, è il pensiero corrente a sballottarci e a farci perdere la rotta, a non farci accorgere che tu sei con noi. Dormi o Gesù? Ci sei? Non vedi come va il mondo? E così proviamo sfiducia nel futuro, disorientamento e impotenza difronte ai tanti problemi. La nostra, una barca scossa: è il male che minaccia l’esistenza, è una vita fondata sulle nostre sicurezze a farci sperimentare che prima o poi sarà palese tutta la nostra impotenza. Allora ben venga l’invocazione”Signore, non ti importa che siamo perduti?”. E Gesù ci dice: “non avete ancora fede?”. In effetti Gesù è con noi, nella nostra storia, nel nostro matrimonio, nelle nostre case, negli impegni che abbiamo, nelle relazioni esterne… perché temere? Affidiamoci a lui e sarà bonaccia, tornerà la pace. Con lui riusciremo ad andare all’altra riva, perché per il Regno è necessario che si vada all’altra riva. Per Gesù si trattava di andare verso terre pagane, per noi si tratta, dopo aver fatto il pieno di fiducia in Cristo, di stare nel mondo con la nostra vita normale di tutti i giorni pieni di lui, affinché tutti possano dire: “Chi è costui? Anche il vento e il mare (segno di morte) gli obbediscono”.