5 ottobre “Siamo servi inutili” – XXVII domenica T. O. anno c

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Commento al Vangelo

Cosa significa avere fede? Significa sapere che in Gesù possiamo fare grandi cose. Non noi da soli. Da soli non siamo che piccoli servi inutili. Cosa significa allora avere fede? Significa aver fatto l’incontro straordinario che vale tutta una vita, significa che Gesù è dentro di noi ed è così radicato da dare luce e voce ad ogni azione. Affidandosi pienamente a Gesù non sarebbe difficile “sradicare un grande gelso”, o spostare montagne, sia in senso reale che in senso figurato. Sono tanti i macigni che non riusciamo a spostare, dentro e fuori; sono tanti i grandi gelsi che non riusciamo a sradicare, gelsi dentro e fuori di noi. Non è peregrina allora la richiesta degli apostoli che oggi facciamo nostra: “accresci la nostra fede”. Aumenta Signore la nostra fede, non solo per sradicare gelsi (che ingombrano il dentro e il fuori di noi), ma soprattutto per entrare pienamente nei progetti del Signore, farsi prendere totalmente dal suo amore e dal suo abbraccio per diventare “servi” dell’amore stesso. Servi sempre inutili, si, ma carichi della potenza di Dio, carichi del suo amore che muove ogni cosa, compresa la nostra piccola e poca fede spesso radicata nelle cose mondane. Signore, accresci la nostra fede.

A cura dell’Ufficio catechistico diocesano